Masterpiece: la scrittura va in tv
Ieri, 17 novembre, è cominciato su Rai Tre Masterpiece, il primo talent scout al mondo per aspiranti scrittori. Questa volta la tv ha escogitato qualcosa di nuovo, di differente, per attrarre verso l’intrattenimento anche i telespettatori che in genere preferiscono leggere e/o scrivere – è a loro che il programma si rivolge – mettendo in piedi una vera e propria gara di bravura che si concluderà nel febbraio 2014 con un vincitore assoluto, il quale realizzerà il sogno di veder pubblicato da Bompiani il suo primo romanzo.
Ad affiancare la gara e renderla più ricca e stimolante, ci saranno gli interventi di scrittori conosciuti ed esponenti del mondo della letteratura, ma di tutto rispetto anche la giuria composta da Andrea De Carlo, scrittore, musicista, pittore e fotografo, Giancarlo De Cataldo, scrittore, drammaturgo, magistrato, e Taiye Selasi, autrice che ha esordito con il suo romanzo La bellezza delle cose fragili divenendo subito caso letterario. Il coach, ovvero colui che guiderà e spronerà i contendenti, è Massimo Coppola, autore televisivo, editore e regista.
Tutto accade nella sede Rai della città di Torino e, ieri sera, abbiamo visto come – da ben cinquemila aspiranti scrittori e dunque cinquemila manoscritti inviati e poi valutati – si è arrivati a selezionare i sei concorrenti della prima puntata.
Una volta individuati, sono stati tutti invitati a leggere un brano del loro manoscritto, che è stato valutato, se ne è tradotto il senso, ci si è soffermati su elementi di forza e punti deboli. Da sei concorrenti scelti, si arriva a farne emergere uno soltanto nello scorrere della puntata attraverso varie situazioni da superare, prove stimolanti che invitano alla riflessione e subito dopo conducono alla scrittura/compito in classe: chi viene condotto in una balera a scoprire la leggerezza e vitalità degli anziani, chi in un centro sociale dove un sacerdote lavora sodo per restituire vita e dignità agli emarginati. Oppure ci si ritrova ad avere soltanto un minuto di tempo per convincere Elisabetta Sgarbi, direttrice editoriale di Bompiani, del proprio talento e del valore del testo che concorre alla gara…
Parteggio subito per Daniel Agami (31 anni, giornalista di Bologna), personaggio dall’aspetto comune ma divertente e molto originale; pare avere tanto da raccontare attraverso la scrittura, e la faccia tosta per convincere di ciò non gli manca. Un “normalmente folle” dallo stile narrativo che lo rispecchia. È però il primo a essere eliminato e mi rendo conto che l’eliminazione è più che giustificata, vi sono altri aspiranti scrittori di maggiore spessore. Per esempio, è interessante il sopravvivere a tredici anni di carcere grazie alla scrittura, raccontato da un altro concorrente che mi regala l’ennesima conferma del suo immenso e sorprendente valore terapeutico. Ma c’è anche un giovane che non convince, non lascia traccia, privo di spessore, o una ragazza dalla commozione facile che scrive di anoressia e una donna adulta dallo stile introspettivo, capace di accurata costruzione delle frasi e di ammaliare con la giusta scelta delle parole. Si può davvero dare il meglio di sé con i minuti contati, la tensione e la pistola puntata alla tempia? De Cataldo dice di sì ma una delle concorrenti in gara ieri sera, ha sostenuto che per lei scrivere è come far pipì: riesce a farlo soltanto in privato.
Vince questa prima selezione un ragazzo che scrive e parla con lo stomaco, che ha nella testa dolorosi carboni ardenti e nello sguardo molti più anni di quelli reali. Si chiama Lilith Di Rosa (34 anni, operatore televisivo di Roma), nome di donna e scrittura estrema, autore più che degno di questa prima vittoria.
Due parole sulla giuria: un De Cataldo ironico, anche piacevolmente pungente, simpatico e molto preparato; Andrea De Carlo invece, scrittore che amo, si rivela freddo, troppo duro nelle bocciature, inutilmente “cattivo” e per questo più volte ripreso da Taiye Selasi, sempre gentile e propensa a scavare nell’anima dei concorrenti. Il coach Massimo Coppola è garbato, addirittura quasi paterno.
Per tutto il programma, eviterei volentieri la voce fuori campo stile trailer cinematografico, troppo spesso eccessivamente impostata, finta, scenografica. Personalmente la avverto come elemento di disturbo.
Siete curiosi di sapere cosa succederà ancora e chi passerà il turno di volta in volta? Noi sì e vi terremo aggiornati settimanalmente, seguendo le puntate che, lo ricordiamo, andranno in onda ogni domenica alle 22,50.
Alla prossima e… vinca il migliore!
Condivido in pieno il giudizio positivo riservato alla prima puntata di questo programma che, se non altro, si discosta dai soliti reality vuoti, piatti e diseducativi. Devo dire, infatti, che non capisco quanti (e sono in tanti!!) l’hanno bocciato senza possibilità di appello. E’ chiaro che non ci si poteva aspettare di vedere la trasposizione televisiva di un trattato di letteratura, ma io credo che il programma abbia il merito di offrire alcuni spunti di riflessione, cosa che non capita spesso se si guardano gli insulsi programmi che affollano il desolante panorama televisivo attuale. Non condivido neppure tutte le critiche e, addirittura, gli insulti che sono stati rivolti ai partecipanti, tacciati di essere dei raccomandati, perchè almeno loro la faccia ce l’hanno messa. Non so invece quanti di quelli che rivolgono critiche ed insulti ai concorrenti si sarebbero messi in gioco e, soprattutto, quanti tra di loro si sentono dei Carver, o delle Fallaci incomprese!!!!