Intervista ad Olga, non vedente, divoratrice di libri
Oggi diamo la parola alla lettrice Olga, che sappiamo essere una divoratrice di libri! Olga ci condurrà però in una dimensione che non conosciamo a fondo, e che è quella dei non vedenti. Ma lasciamo subito a lei il compito di raccontarci gioie ed emozioni della lettura.
Cosa è per te un libro?
Ciao a tutti i lettori e grazie per questa opportunità! Per me un libro è… Cosa si potrebbe dire per non ripetere le solite banalità – un amico, una finestra sull’umanità, una fonte di arricchimento personale, e via dicendo? Non lo so. So soltanto che un libro è qualcosa di cui io non potrei mai fare a meno…
E, in quanto a preferenze, cosa ami leggere?
Le mie preferenze vanno in assoluto alla saggistica. Storia, politica, società, scienza… Ma amo anche la narrativa di vario genere (gialli, romanzi storici o a sfondo sociale, libri per ragazzi) e la poesia. Non amo il fantasy e l’horror… con qualche eccezione per la prima e nessuna per il secondo…
Come scegli un libro? Accetti il consiglio degli amici, subisci l’influenza della pubblicità, segui le recensioni?
Tutt’e tre le cose, qualche volta. Ma il mio criterio più frequente è il titolo… Se mi “ciuffa” il titolo, compero il libro. Altrimenti lo lascio dov’è… Odio quando mi si leggono le quarte di copertina! Non leggo mai le prefazioni, se non eventualmente dopo aver letto il libro, perché non voglio che mi si orienti la lettura. La pubblicità e i consigli degli amici mi servono prevalentemente per sapere che un dato libro esiste. Non leggo invece mai le recensioni, proprio per i motivi cui accennavo prima. Per me l’emozione della lettura sta proprio nello scoprire, riga dopo riga, pagina dopo pagina, quello che il libro ha da dirmi. Fin da piccola ho sempre amato le sorprese, in tutti i campi della vita – brutte o belle, non importa; basta che fossero sorprese – e lo stesso vale per i libri che leggo.
C’è un libro che rileggeresti volentieri o che consiglieresti ai visitatori di GraphoMania?
Non saprei… Io sono un po’ strana. Ho moltissima memoria e difficilmente rileggo i libri. Però credo che, tra i libri che ho letto più indietro nel tempo, consiglierei La collina dei conigli di Richard Adams. Poi, per chi avesse voglia di farsi delle grasse risate con un libro semplice, ma veramente divertente e senza pretese cervellotiche, senza dubbio proporrei Vacanze matte di Richard Powell. Ma l’amore della mia vita è Douglas Adams, con tutta la sua serie della Guida galattica per gli autostoppisti… Proprio pochi giorni fa era l’anniversario della morte prematura dello scrittore e mi son divertita a riascoltare qualche capitolo di un audiolibro in inglese letto da lui… Scusate se mi dilungo su questo punto, ma ci sono due libri che ho letto di recente e che vorrei proprio raccomandare. Si tratta della Ballata per la figlia del macellaio di Peter Manseau e Azazel di Youssef Ziedan.
Oh no, non devi scusarti, ma… adesso è il momento dei problemi, quelli della lettura per i non vedenti. Vuoi parlarci degli ostacoli, delle difficoltà che incontri, e suggerire al mondo dell’editoria che cosa si potrebbe fare per superare quelle barriere che tu stessa hai definito “più mentali che tecnologiche?”
Potrei scrivere un libro su questo argomento, ma non lo farò… A me i libri piace leggerli, mica scriverli! Prima l’unico modo per leggere erano i libri in braille, a puntini, grossi, pesanti… La Bibbia era formata da una settantina di volumi formato enciclopedia Treccani, ma più spessi e altrettanto pesanti…
La tecnologia ci è venuta in aiuto. Con il computer, oggi si possono leggere normalissimi file in diversi formati – pdf, doc, txt, odt, rtf, html… si possono leggere sia con un sintetizzatore vocale, sia con un ausilio chiamato “display braille”, o “riga braille”, o “barra braille”, che si collega al pc e permette di leggere in braille ciò che compare sullo schermo, con un programma di lettura schermo che fa da intermediario, per così dire.
Molti convertono i file di test in mp3 e li ascoltano, ma io preferisco di gran lunga leggere in silenzio, per costruirmi le voci e le immagini dentro, come ho sempre fatto ai tempi del braille cartaceo.
L’editoria potrebbe fare molto con pochissimo sforzo; sarebbe sufficiente che accettasse di venderci i file in formato accessibile, idea che non sembra trovare il favore di molti editori – purtroppo, aggiungerei. I non vedenti non hanno bisogno di libri gratuiti, ma di libri accessibili.
A proposito di tecnologia, cosa pensi degli ebook?
Proprio in virtù di quanto stavo dicendo sopra, degli ebook penso tutto il bene e tutto il male possibile.
Tutto il bene, perché potrebbero essere la soluzione più o meno definitiva ai nostri problemi. Oggi, per leggere, un non vedente deve prendere un libro cartaceo, passarlo allo scanner con un programma di scansione, correggerlo tutto o farselo correggere (specie se si tratta di un testo scolastico o in lingua straniera) e poi, finalmente, leggerlo. L’ebook è già un file in formato elettronico, quindi quel passaggio non ci sarebbe.
Il problema è che, a causa del DRM [Digital Rights Management – gestione dei diritti digitali, ndr], una grandissima fetta degli ebook ci diventa del tutto inaccessibile, perché inaccessibili (cioè non usabili da noi) sono i programmi che lo gestiscono. Non so, ovviamente, quali sarebbero le soluzioni tecniche più adatte a soddisfare le esigenze di protezione del diritto d’autore e degli editori e al tempo stesso le nostre di lettori con reali problemi di accessibilità al libro.
Sicuramente, la cosa più ovvia sarebbero le eccezioni al copyright e la possibilità di scambio, anche in ambito internazionale, di libri informatici per i non vedenti e gli altri disabili impossibilitati a leggere il cartaceo.
Spero che, ora che anche in Italia si sta finalmente facendo un passo serio verso l’ebook, si organizzino le cose in modo da non lasciarci ancora una volta indietro. E spero che l’editoria prenda in considerazione i non vedenti tra i propri clienti, perché noi acquistiamo moltissimi libri. Credo che tra gli italiani che alzano la media dei libri letti ogni anno i non vedenti rappresentino una fetta considerevole. L’ho detto prima e lo ribadisco: non sono i libri gratis che i non vedenti chiedono, ma i libri accessibili. Chiedono di poter acquistare i libri come tutti, dove li acquistano tutti: in edicola, in libreria, in rete… Io ci spero negli ebook; ci conto proprio… Spero che gli editori ci prendano sul serio e che, insieme, possiamo escogitare una soluzione soddisfacente per tutti.
Del resto, oggi il libro nasce prima come file elettronico, quindi non ci sarebbero poi ‘sti gran costi di adattamento… Le barriere stanno davvero più nella testa delle persone che nella tecnologia!
Un libro, e questo vale per ogni lettore, è uno strumento per vedere: vedere il mondo con gli occhi di un altro, vedere la vita o le cose sotto altri punti di vista. Tutti noi dobbiamo ringraziarti, perché tu con la tua passione e la tua grande forza, ci dimostri che la vera luce è il desiderio, un motore capace di muovere ogni cosa e di superare tutte le difficoltà. E che nessun libro deve restare al buio.
Foto | Micah Taylor | freegazaorg
*Un passo di Elias Canetti non più attuale… O quasi…*
Kien giurò a se stesso di togliersi la vita non appena l’avesse minacciato la cecità. Ogni volta che s’imbatteva in un cieco, lo riafferrava la medesima terribile angoscia. I muti gli piacevano, i sordi, i paralitici e gli storpi in genere gli erano indifferenti; ma i ciechi lo turbavano. Non riusciva a capire come mai non mettessero fine ai loro giorni. Anche se conoscevano alla perfezione la scrittura Braille, le loro possibilità di lettura erano estremamente limitate. Eratostene, il grande bibliotecario di Alessandria, un erudito del terzo secolo avanti Cristo, versato in tutte le discipline e responsabile di oltre mezzo milione di codici, fece all’età di ottant’anni una tremenda scoperta: i suoi occhi cominciavano a rifiutarsi di servirlo. Ci vedeva ancora, ma non era più in grado di leggere. Un altro avrebbe aspettato di diventare completamente cieco. A lui parve che la forzata lontananza dai libri fosse già cecità sufficiente. Amici ed allievi lo supplicarono di restare con loro. Egli sorrise saggiamente, li ringraziò e nel giro di pochi giorni si lasciò morire di fame.
[Elias Canetti.
Auto da fé.
Titolo originale dell’opera:
«Die Blendung»
Traduzione dal tedesco di Luciano e Bianca Zagari
Copyright 1935 by Herbert Reichner Verlag, Wien, verlängert 1963 by Elias Canetti
Copyright 1967, 1981, 1987 by Garzanti Editore s’p’a’[
Per leggerlo e togliermi la soddisfazione di fare marameo a un grandissimo della letteratura, ho dovuto violare tutti i copyright che ho scrupolosamente riportato fra parentesi. Non so se merito la galera; ma se dovessi suicidarmi, sarebbe per altre ragioni…