Scrivere una fiaba
Come scrivere una fiaba
Abbiamo parlato, nelle lezioni di scrittura precedenti, di fantasia, di magia, di parole che danno vita ad immagini, di immagini tradotte in parole. Tutto ciò, a proposito di questa bizzarra disciplina nella quale ci appassioniamo a qualcosa che non esiste, che non è reale. Non è forse vero che, nella narrativa, ci ritroviamo a seguire vicende di qualcuno che non fa parte della realtà?!?
Eppure, scrivere o leggere qualcosa, può facilmente modificare il nostro umore e influenzarci la giornata! Ma, a proposito di magia e fantasia, oggi parliamo di fiabe. Ciò che infatti le caratterizza, è la presenza costante del fantastico, del meraviglioso e, possibilmente, di un lieto fine. Ma non solo. Siamo infatti sempre in presenza di una struttura narrativa a schemi fissi, con una sua morale e con un limitato numero di situazioni tipiche.
Per cominciare, non vi sono mai dati che rendano riconoscibili paesi o città: abbiamo regni, boschi, casupole di contadini, fiere e mercati, castelli. Inoltre, nessuna epoca storica viene mai citata e le vicende si collocano nei consueti “C’era una volta” oppure “Tanti, tanti anni fa…”
All’interno della stessa fiaba poi, il tempo pare non essere in alcun modo identificabile e si traduce con “un bel mattino…” oppure con gli anni che, semplicemente, “passano”. Anche le distanze non sono quantificabili, e si accorciano o si allungano a seconda delle esigenze della storia. E, a proposito delle situazioni tipiche e dei personaggi, abbiamo l’eroe, il cattivo (antagonista dell’eroe), la prova da superare, il viaggio, il mezzo magico che viene in aiuto dell’eroe per sconfiggere la perfidia, la lotta tra il bene e il male, l’eroe che vince e sposa l’amata o viene incoronato re. A concludere degnamente la vicenda, la punizione esemplare del cattivo.
Queste e altre verità narrative (trentuno in totale), sono state individuate e definite funzioni (svolgono una funzione nella logica della storia) dallo studioso sovietico Vladimir Propp, che ha stilato un elenco (Le Funzioni di Propp, appunto) nel quale ognuno di noi può riconoscere alcune caratteristiche delle favole che ha letto, o che gli sono state raccontate. Nella fiaba, la verosimiglianza non esiste, il prodigio è di casa, il cattivo ha un brutto aspetto, il buono è bello, dolce, spesso biondo… Ma, se all’inizio della storia, dovesse avere la sfortuna d’esser nato non proprio di gentile aspetto, una metamorfosi farà sì che tutto cambi: una zucca diverrà cocchio dorato, un brutto anatroccolo sarà cigno maestoso.
Vi lascio così, a sognare il vostro C’era una volta, e ad invitarvi – se ve la sentite – a scrivere una piccola fiaba per GraphoMania. Unica limitazione, la lunghezza: massimo una cartella o poco più.
Buon viaggio e… attenti ai draghi!
Foto | Vanish
Articolo bellissimo, mi hai fatto venire desiderio di iniziare una fiaba:-)
Coraggio Mariella, aspettiamo la tua favola!
IL PALLONE GONFIATO
C’ERA UNA VOLTA DEI BAMBINI CHE CAMMINAVANO VERSO IL PALLONE GONFIATO QUESTO PALLONE GONFIATO ERA UNA PERSONA MOLTO GROSSA CHE RIUSCIVA A ESAURIRE OGNI DESIDERIO GRAZIE ALLA SUA PANCIA CHE AVEVA OTTENUTO DA PICCOLINO GRAZIE A UN MAGO DI NOME SALVO .
SALVO ERA MOLTO SGRADEVOLE E RACCAPRICIANTE GRAZIE A LUI “IL PALLONE GONFIATO” EBBE I SUOI POTERI .
ALLLORA GLI DISSE SALVO:” QUESTI POTERI PUOI USARLI SOLO PER LE COSE PIù IMPORTANTI PECHE’ SE NO’ LA TUA ESISTENZA NON CI SARA’PIU’E IO SARO’ COSTRETTO A SACRIFICARMI PER TE'”.I DUE BAMBINI DIETRO L’ ALBERO VEDETTERO LA SCENEGGIATA E SI SCONVOLSERO DALLE SUE PAROLE, INSIGNIFICANTI E SCONVOLGENTI .
AUTORI SARA LO PRESTI E MARINO GIUSEPPA DESYREE
GRAZIE PER AVERE SCELTO LA NOSTRA FAVOLA
Ciao Desi e Sara,
grazie del commento. Vi ricordiamo, però, di non scrivere in maiuscolo che, nel linguaggio della rete, equivale a urlare. Grazie!