Parlare di Luigi Pirandello (1867-1936) è come addentrarsi in una scena dai mille irresistibili chiaroscuri, ritrovarsi quasi all’improvviso in un misterioso e drammatico ballo in maschera, arrendersi a una realtà destinata a disintegrarsi, a sciogliersi come un calco di cera accostato al fuoco troppo vivo della fiamma o uno specchio andato silenziosamente in frantumi nel buio di una stanza senza più finestre. Schegge di un io che ricadendo si ricompongono però spesso con prontezza, dando vita a una personalità nuova, ad una verità che muta avventurosamente volto, a due esistenze che, ignorandosi, scorrono (o almeno tentano di farlo) parallele. Un gioco elusivo, drammatico, divorante, dove i veri protagonisti sono chi e che cosa.
Un’opera straordinariamente moderna quella di Pirandello, dove vi si riflettono i conflitti insanabili dell’identità umana (Il fu Mattia Pascal ne è certamente il primo esempio), i dubbi e gli assunti della allora giovanissima psicoanalisi, la tensione tutta corrosiva e dirompente tra l’essere e l’apparire.
Chi fu Luigi Pirandello
Nato in una famiglia della borghesia imprenditoriale di Girgenti (oggi Agrigento), Luigi Pirandello scrisse il suo primo lavoro letterario (andato perduto) a soli undici anni. Un esordio precoce per un talento che avrebbe cambiato il teatro mondiale, mostrato il volto multiforme e sfuggente dell’uomo, portato in scena la follia come unica via di salvezza (a questo proposito non si possono non citare due opere così straordinarie come Il berretto a sonagli e l’Enrico IV).
Un’opera, quella di Pirandello, immensa che, nel 1934, gli valse il Premio Nobel per la Letteratura. Un riconoscimento che ne sigillò la statura mondiale non solo come scrittore ma anche come drammaturgo tra i più grandi ed innovativi della storia del teatro mondiale. Un gigante senza rivali, lo possiamo dire con orgoglio, il cui sguardo, adombrato spesso dall’elegantissimo panama bianco, catturava come nessun altro prima di lui il mistero insondabile e tragico dell’uomo moderno.
Uno sguardo alle opere di Pirandello
Luigi Pirandello scrisse sette romanzi: L'esclusa, Il turno, Il fu Mattia Pascal, Suo marito, I vecchi e i giovani, Quaderni di Serafino Gubbio operatore, Uno nessuno e centomila.
Diverse le novelle, racchiuse nella raccolta Novelle per un anno: l'intento era quello di scriverne 265, ma nel 1922 arrivò a completarne 241, mentre quindici furono pubblicate postume.
Infine, le poesie, raccolte in Mal Giocondo, Pasqua di Gea, Pier Gudsò, Elegie renane, Zampogna, Scamandro, Fuori di chiave.
Frasi di Pirandello
Infine, ecco dieci frasi per capire la genialità di questo autore:
- Basta che lei si metta a gridare in faccia a tutti la verità. Nessuno ci crede, e tutti la prendono per pazza!
- Confidarsi con qualcuno, questo sì è veramente da pazzo!
- È molto più facile essere un eroe che un galantuomo. Eroi si può essere una volta tanto; galantuomini, si dev'esser sempre.
- Imparerai a tue spese che nel lungo tragitto della vita incontrerai tante maschere e pochi volti.
- La civiltà vuole che si auguri il buon giorno a uno che volentieri si manderebbe al diavolo; ed essere bene educati vuol dire appunto esser commedianti.
- La singolarità vera e nuova, l'originalità, non è cosa che si procacci di fuori; si ha dentro o non si ha; e chi l'ha veramente non sa neppure d'averla e la manifesta con la maggiore semplicità.
- Mi si fissò invece il pensiero ch'io non ero per gli altri quel che finora, dentro di me, m'ero figurato d'essere.
- Quando un personaggio è nato, acquista subito una tale indipendenza anche dal suo stesso autore, che può esser da tutti immaginato in tant’altre situazioni in cui l’autore non pensò di metterlo, e acquistare anche, a volte, un significato che l’autore non si sognò mai di dargli!
- Sapete che cosa significa amare l'umanità? Significa soltanto questo: essere contenti di noi stessi. Quando uno è contento di sé stesso, ama l'umanità.
- Vi vedo così affannati a cercar di sapere chi sono gli altri e le cose come sono, quasi che gli altri e le cose per se stessi fossero così o così.
Foto | Elaborazione grafica a cura di Eugenia Paffile a partire da una foto di Luigi Pirandello del 1932 (via WikiCommons)
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