Arturo Farinelli

Arturo Farinelli e la “letteratura mondiale”

Arturo Farinelli, nato a Intra (odierna Verbania) il 31 marzo 1867 e morto a Torino il 21 aprile 1948, fu un importante storico della letteratura e professore universitario di lingue neolatine (1896-1904, Università di Innsbruck) e di letteratura tedesca (1907-1937, Università di Torino).

I suoi studi calcarono inizialmente sentieri ben distanti da quelli intrapresi poi.

Dietro pressione del padre, Arturo Farinelli si iscrisse al politecnico di Zurigo. Solo due anni più tardi ottenne il permesso di trasferirsi alla facoltà di filosofia e filologia romanza e germanica. La notorietà non tardò ad arrivare. La prima parte della sua tesi venne infatti subito pubblicata in un volume autonomo; la seconda uscì sulla prestigiosa rivista tedesca Zeitschrift für vergleichende Literaturgeschische. Come tutte le opere che seguirono, questo primo lavoro conteneva tracce del percorso erudito del Farinelli. Egli era attento alla ricostruzione nozionistica e didascalica di ogni informazione collazionata.

Gli studi comparatistici di Arturo Farinelli

Durante gli anni di insegnamento a Innsbruck pubblicò studi su autori tra i più disparati, da Franz Grillparzer a Baltasar Gracián, da Leopardi a Dante e Petrarca, da Goethe all’Alfieri e così via. Si trattava di una tendenza agli studi comparatistici che avrebbe caratterizzato l’intera sua produzione e che si faceva forte proprio dell’attenzione all’accumulo di dati. All’accuratezza faceva però fronte, come criticato da Croce e Serra, una scarsa abilità organizzativa e interpretativa del materiale raccolto.

Questo limite dovette presentarsi anche alla sua coscienza, come dimostrerebbe l’impostazione metodologica adottata con il trasferimento a Torino. Nella lezione introduttiva tenuta il 13 dicembre 1907 si possono scorgere i segnali di un più meditato impianto analitico, teso a calare ciascuna informazione documentaria in un contesto interpretativo e critico. Impianto poi mantenuto nelle pubblicazioni stese di lì in avanti.

Il fulcro della sua riflessione si incentra sul concetto di “letteratura mondiale”, intesa come categoria irrealizzabile, nonché sulla difficoltà di distinguere nettamente scuole letterarie e metodologie predefinite.

Nonostante i suoi studi spaziassero su terreni molto ampi, Arturo Farinelli dedicò particolare attenzione al periodo romantico, indagato sia nella sua produzione letteraria che musicale. Sono numerose le opere dedicate a Schubert e Beethoven, né mancano saggi di comparazione tra autori romantici come Byron e Chateaubriand e autori classici come Dante e Virgilio.

Testo a cura di Anna Clara Basilicò
Foto | sosa

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