5 romanzi distopici da leggere assolutamente

I 5 migliori romanzi distopici da leggere assolutamente

Si fa presto a dire romanzi distopici, ma siamo realmente sicuri di sapere cosa siano? E la differenza tra questi e quelli di fantascienza?

Ok, prima di snocciolare titoli e suggerire storie, oggi è d’obbligo darvi una fondamentale definizione per orientarvi nel mondo di questo genere letterario. La distopia è praticamente il contrario dell’utopia. Perciò possiamo definire come “distopici” tutti quei romanzi che si ambientano in una società del futuro tutt’altro che allettante. Per costruire questi mondi, inoltre, gli scrittori spesso usano un grande problema che affligge la contemporaneità portandolo all’eccesso, un po’ della serie cosa succederebbe se

Quindi diciamo che tutti questi romanzi distopici hanno un carattere spiccatamente drammatico, anche se, si sa, la speranza è sempre e comunque l’ultima a morire…

I romanzi distopici che amerai

Ecco, allora, i nostri consigli di lettura per romanzi distopici che ti lasceranno il segno.

Io sono leggenda, di Richard Matheson

E a proposito di chi è l’ultimo a morire, questo bellissimo romanzo del 1954, rispolverato dal grande pubblico in seguito alla trasposizione cinematografica più recente, datata 2007, racconta proprio la vicenda dell’ultimo uomo sulla Terra costretto alla lotta per la sopravvivenza in un pianeta popolato ormai solo da mostri. In realtà Robert, il protagonista, non è proprio l’ultimo uomo in assoluto, ma l’ultimo sano. Tutti gli altri, infatti, contagiati da un batterio, sono diventati vampiri.

Robert si difende barricandosi nella sua casa e uscendone solo di giorno – i vampiri, si sa, odiano la luce del sole. Ma questo non gli basterà ad evitare l’incontro-scontro con Ruth, esponente di una nuova comunità di infetti che riescono, però, a convivere con il germe senza trasformarsi in vampiri grazie a un farmaco. La società nascente, però, individua Robert come un predatore della sua specie e così lo cattura, decisa a giustiziarlo.

Queste le sue ultime splendide parole prima dell’esecuzione:

“Il cerchio si chiude. Un nuovo terrore nasce nella morte, una nuova superstizione penetra nell’inespugnabile fortezza dell’eternità. Io sono leggenda”.

La strada, di Cormac Mc Carthy

Questo romanzo – Premio Pulitzer nel 2007 – è la storia di un padre e un figlio che migrano verso sud per sfuggire al freddo inverno, percorrendo una lunghissima striscia d’asfalto.

Sullo sfondo, una società post-apocalittica distrutta per qualche imprecisata catastrofe che ha sottratto al mondo l’energia elettrica e che proprio per la sua indeterminatezza è nel romanzo una sorta di personaggio collaterale onnisciente e abbastanza inquietante.

Le giornate dei due, novelli uomini primitivi, sono estremamente difficili e si svolgono alla ricerca del cibo e nella difesa dalle comunità di uomini superstiti che imprigionano i loro simili per allevarli e infine mangiarli. I due, per difendersi, hanno anche una pistola con due soli colpi in canna, ma si rifiutano di usarla contro di sé per farla finita… alla fine il padre muore per una brutta bronchite, mentre il figlio va incontro a un domani di speranza dopo aver incontrato l’unica comunità di esseri umani che si sta riorganizzando intorno a un rinato concetto di convivenza civile.

Non lasciarmi, di Kazuo Ishiguro

Inquietante come poche la trama di questo romanzo ambientato in un college di un’apparentemente innocua campagna inglese. Qui trascorrono la loro vita tranquilla Kathy, Tommy e Ruth, tra lezioni di letteratura, storia e di arte. Tra loro si sviluppa un forte legame di amicizia, mentre tra Tommy e Ruth nasce l’amore anche se pure Kathy è segretamente innamorata di lui.

Un giorno la scuola finisce e i tre vanno a vivere nei “cottages”, senza lavorare, mantenuti dallo Stato in attesa del loro destino. Tutti e tre, infatti, fanno parte di un esperimento e sono stati cresciuti per diventare donatori di organi per gli esseri umani ammalati. Qui il loro rapporto lentamente si logora e il destino li divide per riunirli, poi, nella disperazione e nella tragicità dell’epilogo delle loro vite, ineluttabile nonostante abbiano lottato per costruirsi e meritarsi un futuro migliore.

Arancia meccanica, di Anthony Burgess

Lo so, state pensando che amo talmente tanto questo libro da ficcarcelo sempre nei miei post… probabilmente avete ragione, ma fermatevi un attimo a pensarci. Cosa c’è di più distopico (e perciò atroce, aggiungerei) di una società con giovani allo sbando dediti alle droghe pesanti e all’ultraviolenza senza un reale motivo?

E l’assurdità di una società di tal fatta si completa solo con l’analisi del comportamento dello Stato, che non esita a somministrare la cura Lodovico, cioè una vera e propria terapia dell’avversione che induce nausea estrema calpestando il più elementare e fondamentale concetto di libero arbitrio. Ovvio che a questo punto l’uomo, che sia dalla parte dei colpevoli o dei giustizieri, non venga considerato altro che un’arancia meccanica, a orologeria, ossia un innocuo frutto che può esplodere da un momento all’altro.

Il mondo nuovo, di Aldous Huxley

Un grande classico della letteratura distopica. Stupendo nella sua durezza e ricco di spunti di riflessione più che mai attuali, dato che molte delle istituzioni su cui si basa questo nuovo mondo, oggi balenano qua e là, dall’eugenetica al controllo mentale, fino alla produzione in serie, alla filosofia del tutto e subito e alla soddisfazione immediata dei piaceri per impedire legami più duraturi.

Neppure la storia si studia più, cancellata, perché l’uomo non deve più conoscere il suo passato e cosa questo ha significato. L’unica magistra vitae, dunque, è la contemporaneità del 2540 in cui ci si trova, perché si vive solo per l’oggi.

In questo mondo si aggira però John, figlio ancora nato per vie naturali e non in provetta, dimenticato in una specie di riserva in cui è stato cresciuto come un selvaggio, ai limiti della nuova società per la quale nutre sentimenti ambivalenti. Da una parte ne è attratto, dall’altra la aborrisce.

Ovviamente, come in tutti i classici del genere, l’individuo “diverso”, unico della specie seppur nel giusto, sarà destinato a soccombere, ma da eroe.

Foto | Pixabay

Roberta Barbi

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