Scrittrici femministe da leggere

5 scrittrici femministe che tutti dovremmo leggere

Scrittrici femministe, nel panorama letterario, ve ne sono diverse che hanno lasciato importante segno, evidenziando la necessità di rendere anche la donna pilastro di una società giusta e civile. Cambiare la visione della donna nell’uomo, ma anche quello delle donne assoggettate a essa: ecco il messaggio fondamentale di queste scrittrici.

Il primo romanzo femminista della letteratura italiana

Per restare nel nostro paese, citiamo subito la scrittrice femminista Sibilla Aleramo, il cui nome vero era Maria Felicina Faccio (1876-1960). Una vita non facile, la sua, fatta di oppressioni e infelicità che sfociarono in un desiderio di rivalsa non soltanto personale: partecipò attivamente alle lotte per il diritto di voto e contro la prostituzione, e ogni suo scritto verte nella condizione femminile, rappresentando una vera e propria denuncia.

Rinunciare a un figlio

Vi consigliamo Una donna, considerato il primo romanzo femminista della letteratura italiana. Edito nel 1906, ha connotati autobiografici; la penna diviene per l’autrice strumento necessario a raccontare a suo figlio perché è andata via da casa. Un’adolescenza difficile, un matrimonio sbagliato, l’incapacità di sottomettersi per tutta la vita, vengono raccontati con grande lucidità. Una testimonianza molto interessante del suo tempo.

Autobiografie e incontri

Il frustino (1932), è un altro interessante testo che ci permette di conoscere a fondo la personalità di Sibilla Aleramo, la quale in quelle pagine racconta di tre uomini che hanno fatto parte della sua vita nella medesima estate. Ma altrettanto interessante è la sua turbolenta relazione con il poeta Dino Campana, raccontata nel romanzo autobiografico Il passaggio (1919) e considerato indecente dalla critica del tempo.

Una nuova concezione di spiritualità

“Non assistenti decorative o convenienti per gli uomini, ma individui a pieno titolo, responsabili e competenti”, sono le parole dell’americana Merlin Stone, un’altra delle scrittrici femministe che oggi vi presentiamo. Anche lei usò uno pseudonimo e il suo vero nome è Marilyn Jacobson (!931-2011). Scultrice, appassionata di archeologia e di religioni antiche, ha regalato alle donne qualcosa di unico, in grado di mostrar loro una nuova concezione di spiritualità.

Società matriarcali pacifiste

Considerato un capolavoro oramai classico, in grado di influenzare generazioni di donne, è infatti il suo Quando Dio era una donna, costatole ben dieci anni di ricerche sul culto della Dea Madre. Risultato di questi studi è anche la denuncia della demonizzazione di chi preferiva dar spazio all’uomo mostrando gravi pregiudizi sessuali e religiosi. Nel libro, vi è un evidente attacco a ebrei e cristiani, capaci di minare e distruggere società matriarcali pacifiste.

Scrittrici femministe: Anna Banti

Anna Banti, pseudonimo di Lucia Lopresti (1895-1985), possiede una scrittura colta, raffinata, e si è occupata nella sua lunga vita di narrativa, saggistica, traduzioni, arte, cinema e costume. Nei suoi romanzi analizza storie di donne in tutta la loro complessità, e il tema dominante è la difficoltà di nascere donna in un mondo di uomini.

Il coraggio delle donne, pubblicato nel 1940, è una raccolta di cinque racconti sulla condizione femminile di fine ‘800. Solitudine, difesa della dignità in ambienti di prevaricazione, ricerca di riscatto, forza e determinazione che sfatano il mito del sesso debole.

Parità di spirito

Ma Artemisia è il suo libro più famoso: pubblicato nel 1947 ottenne subito il successo di critica e lettori. Artemisia è “una delle prime donne che sostennero colle parole e colle opere il diritto al lavoro congeniale e a una parità di spirito fra i due sessi”, e il testo ne racconta la storia. Si tratta infatti di Artemisia Gentileschi, pittrice del ‘600 dalla vita non facile ma la cui vena artistica – in contrasto con il suo tempo – fu in grado di migliorare.

Si dice che il vero talento di Banti sia evidenziato dal racconto Lavinia fuggita, presente nella raccolta Le donne muoiono (1951). In una cornice veneziana, tre amiche orfane – Orsola, Zanetta e Lavinia – sognano e costruiscono il loro futuro. É la stessa critica a osannare il racconto definendo le tre donne protagoniste, dei personaggi difficili da dimenticare.

Una vera maestra

Virginia Woolf (1882-1941), non poteva mancare in questo nostro breve elenco di scrittrici femministe: alcuni suoi romanzi sono utilizzati nelle scuole e da sempre viene considerata una maestra in quanto a riflessioni sulla condizione femminile.

Autodidatta nei suoi studi (gli istituti scolastici, in epoca vittoriana aprivano le porte soltanto ai ragazzi), grazie alla biblioteca paterna, si costruisce una cultura ricca e raffinata a dispetto delle differenze di genere. Una giovinezza difficile fatta di perdite e abusi, la rende psicologicamente fragile ma non le impedisce di diventare una giornalista e scrittrice, nonché una donna socievole e sempre pronta al dibattito intellettuale.

Trasformazioni e desideri

Molto interessante il romanzo Orlando, pubblicato nel 1928. Narra la storia di un personaggio che nato uomo si trasforma in donna sia nel corpo che nella mente. Una trasformazione che dura ben tre secoli, in una storia visionaria ispiratale da Vita Sackville-West, un’altra scrittrice alla quale Virginia è legata profondamente.

Un anno dopo, fu pubblicato il saggio prettamente femminista Una stanza tutta per sé, risultato di un dibattito sulla necessità – per le donne – di accedere all’istruzione e al mondo culturale. E affascinante, in questa lettura, è anche la decostruzione del linguaggio patriarcale.

Anche Le tre ghinee (1938), evidenzia l’ingiustizia e l’assurdità delle differenze tra uomini e donne nel campo dell’istruzione, così come nel mondo professionale che impedisce loro di raggiungere un’indipendenza economica. Il riconoscimento dei diritti, è il tema centrale del testo.

L’uomo è l’Uno, lei è l’altro

Concludiamo con la francese Simone de Beauvoir (1908-1986), grande viaggiatrice, insegnante di filosofia, compagna del poeta Jean Paul Sartre, studiosa di femminismo e di emancipazione femminile.

Il suo testo più significativo, riguardo questi temi, è Il secondo sesso, pubblicato nel 1949, nel quale mette il punto su un problema che sta alla base della discriminazione tra sessi: “L’uomo è l’Uno, la donna è l’altro”. Fa notare, per esempio, che quando una donna cerca di definirsi comincia il suo discorso con Sono una donna, cosa questa – prosegue – che non farebbe mai un uomo. Insomma, una evidente posizione subordinata che de Beauvoir denunciò in questo libro che l’ha resa famosa in tutto il mondo, ma che fu inserito in Francia nell’elenco dei libri proibiti.

Molto interessante è la sua autobiografia, composta di quattro volumi, cominciata nel 1958 e terminata nel 1972, volumi che ci mostrano la vera essenza dell’autrice con sincerità e lucidità. Se leggerete il primo volume, Memorie di una ragazza perbene, non potrete fare a meno di proseguire.

Foto | WikiCommons

Susanna Trossero

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