
Alien: Covenant, «l’esame di riparazione» di Ridley Scott
Aspetti positivi
Aspetti negativi
Alien: Covenant è un film di fantascienza diretto da Ridley Scott e questa volta è un bel film (non come il precedent Prometheus!).
La locandina del film «Alien: Covenant»
E così l’instancabile Ridley Scott, classe 1937, ha realizzato un nuovo tassello dell’ormai sterminata saga di Alien. Stiamo parlando di Alien: Covenant, seguito del precedente Prometheus del 2012 e secondo prequel della serie succitata.
Ebbene, se Prometheus è stato considerato da pubblico e critica un mezzo passo falso – confuso, pretenzioso, per non dire strampalato – Alien: Covenant è un buon film, impreziosito da un prologo e un finale davvero coinvolgenti.
«Alien: Covenant», un film lineare
Il film contiene, com’è tipico dell’ultimo Ridley Scott, tematiche filosofico-religiose, condite da riflessioni su argomenti non banali come la creazione, l’evoluzione e il senso ultimo della vita. Suggestiva in tal senso l’apertura del film, con il dialogo quasi struggente tra l’androide interpretato dal sempre più bravo Michael Fassbender e il suo creatore, un algido Guy Pearce.
La trama del film stavolta è lineare, fin troppo per certi versi, al limite del prevedibile. Volendo, vi si può ravvisare qualche riferimento a vecchi episodi della serie di Star Trek, con i protagonisti del film attratti da un radiofaro su un pianeta misterioso…
Ma almeno stavolta, rispetto al film precedente, lo svolgimento della trama si riesce a seguire senza problemi. Non manca però la tensione, accentuata da fotografia e scenografie di altissimo livello. D’altro canto è pur sempre un film di Ridley Scott, a dispetto dei denigratori che persistono a vomitare sul solito Facebook stroncature lapidarie e insulti velenosi all’indirizzo del grande regista.
Molto bella e davvero riuscita la dialettica tra i due androidi Walter e David, entrambi interpretati da Fassbender: l’eterna lotta tra Bene e Male è qui cristallizzata in uno scontro non privo di connotazioni psicanalitiche, e persino di una scena omoerotica.
La conclusione del film non è all’insegna del classico lieto fine di stampo hollywoodiano, e preannuncia altre puntate, vedremo quanto riuscite.
Nel frattempo attendiamo con una certa dose d’impazienza la prossima uscita del seguito di Blade Runner.