
Annientamento, adattamento infedele ma efficace
Aspetti positivi
Aspetti negativi
«Annientamento» è l’adattamento cinematografico di Alex Garland dell’omonimo libro scritto da Jeff VanderMeer, primo capitolo della trilogia dell’Area X.
La locandina del film «Annientamento»
Qualche tempo fa su queste stesse pagine vi riferivamo dell’interesse mostrato dal produttore cinematografico Scott Rudin per la trilogia Annientamento di Jeff VanderMeer.
A poco a poco il progetto ha preso piede. La produzione ha coinvolto nel duplice ruolo di sceneggiatore e regista il bravo Alex Garland, reduce dall’ottima prova del precedente Ex Machina del 2015 (altro film di fantascienza che, ove vi fosse sfuggito, consiglio caldamente di recuperare).
Annientamento: un adattamento infedele ma efficace
L’impresa di portare sullo schermo l’intricatissima storia di VanderMeer si presentava tra le più ardue, ma credo di poter affermare che sia stata coronata dal successo. Certo, rispetto all’originaria trilogia si riscontrano sensibili differenze.
Il regista ha preso in considerazione solo il primo volume della serie. Questa scelta ha comportato marcate differenze nella direzione della storia, che nel corso della trilogia si è sviluppata in un senso diverso rispetto al primo volume, alla fine del quale la storia rimaneva ovviamente in evoluzione.
La scelta del regista può apparire bizzarra, ma solo fino a un certo punto, dal momento che è innegabile che il primo libro sia anche il più riuscito della serie.
Libri e film: le differenze
La sequenza degli eventi è differente. La trama è in generale semplificata rispetto al testo originario di VanderMeer, ma non è detto che questo sia necessariamente un male, vista anche una certa tendenza all’indeterminatezza e al non detto largamente presente nell’opera dello scrittore.
Semmai qualcuno potrebbe rimproverare il regista per aver adottato un finale ben diverso da quello suggerito nei romanzi, ma da un punto di vista strettamente cinematografico bisogna ammettere che la scelta funziona. Le scene conclusive del film sono tra le più riuscite dell’intero film.
Dell’opera di partenza rimangono senz’altro il clima angosciante e l’atmosfera onirica, aspetti ricorrenti nei tre libri, unitamente alla costante sensazione di dubbio.
Il regista ha conferito inoltre particolare risalto alle psicologie dei personaggi, che risultano più approfondite rispetto all’opera di VanderMeer.
In generale, Garland accentua la dimensione interiore della storia, che può essere letta anche come una riflessione sul tema dell’autodistruzione della natura in senso lato.
Un film atipico, anche nella distribuzione
Il ritmo del film è volutamente rarefatto, immagino al fine di rendere e accentuare le atmosfere claustrofobiche e opprimenti dell’opera di VanderMeer. Insomma, Annientamento è ben diverso – qualcuno commenterà: «E per fortuna!» – da molti film di fantascienza che sono usciti in questi ultimi anni.
Non a caso le case di produzione del film, Paramount Pictures e Skydance, dopo alcune anteprime non del tutto soddisfacenti, hanno optato per una distribuzione particolare. La pellicola è approdata al cinema verso la fine dello scorso febbraio, ma solo negli Stati Uniti, in Canada e in Cina; circa un mese dopo direttamente sulla piattaforma Netflix nel resto del mondo. Un segno di scarsa fiducia nel gusto del pubblico, giudicato poco propenso ad accettare film meno immediati del solito, com’è accaduto a Blade Runner 2049 e Arrival?
Il cast
La parte prettamente visiva del film è molto curata: della fotografia si occupa Rob Hardy, già al lavoro sul precedente Ex Machina. La colonna sonora, molto suggestiva, è composta dal bravo Geoff Barrow, coadiuvato da Ben Salisbury.
Protagonista del film è Natalie Portman, intensa e convincente in un ruolo tra i più difficili della sua carriera. Molto valide anche le prove attoriali di Jennifer Jason Leigh, Tessa Thompson e Benedict Wong.
Foto | OutNow