
«Gabo. Il mondo di García Márquez», di Justin Webster
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Aspetti negativi
Attraverso ricostruzione storiche, interviste e filmati d’epoca si rivive la biografia del grande Gabo, Premio Nobel per la letteratura nel 1982.
Gabo. Il mondo di García Márquez
La vita di Gabriel García Márquez, cresciuto nella povertà della provincia colombiana e diventato un grandissimo romanziere, creatore di mondi reali e fantastici, protagonista di un’esistenza eccezionale, è raccontata in Gabo. Il mondo di Garcia Marquez il documentario di Justin Webster, che da oggi, 5 dicembre, per una settimana, la Fondazione Cineteca Italiana presenta in anteprima allo Spazio Oberdan di Milano.
La pellicola ricostruisce in maniera dettagliata, attraverso filmati d’epoca, spezzoni di interviste dello scrittore, testimonianze della moglie, di amici e studiosi, la vita di Marquez, cronista, scrittore e saggista che in Sud America è sempre stato chiamato semplicemente e affettuosamente Gabo.
Nella prima parte, attraverso una bellissima fotografia, il documentario ci porta ad Aracataca, un paese a nord della Colombia dove, nel 1927, Gabo nacque e trascorse i primi anni della sua vita. Un luogo indelebile nella memoria dello scrittore, ispirazione in gran parte delle sue opere, qui c’era ad esempio la United Fruit Company, che divenne la Compagnia Bananiera in Cent’anni di solitudine.
Si scopre poi come tutti i dettagli del mondo della sua infanzia siano diventati protagonisti nelle sue opere. Ad esempio, la convivenza con i nonni, dai quali si trasferì a nove anni, fu di grandissima ispirazione. Contribuì a creare lo stile narrativo inimitabile di Marquez, che gli fece inventare quel realismo magico che influenzò tutta la letteratura latino-americana del ventesimo secolo.
Il nonno infatti, un ex colonello, gli raccontò la storia della Colombia, gli parlò della guerra civile e della politica, mentre la nonna era una donna molto superstiziosa che credeva ai fantasmi e agli spiriti e lo contagiò con le sue visioni allegoriche fra mito e realtà.
Per quanto riguarda il sesso e l’amore invece l’inizio fu piuttosto traumatico: a dodici anni Gabo, fu portato, dal padre, in un bordello e dovette dichiararsi entusiasta dell’esperienza per non apparire «strano» e ingrato. Solo più tardi, da adulto, confessò in un’intervista che quella fu l’esperienza più scioccante della sua vita. Mentre il vero amore è stata la bellissima moglie Mercedes. La signora, intervistata nel documentario, ricorda con affetto e ironia di quando al marito nel 1982 è stato attribuito il Nobel per la letteratura e, da veri sudamericani, hanno fatto la fiesta con canti e balli, per tutta la notte.
La seconda parte della pellicola è invece incentrata su argomenti più noti che riguardano la figura pubblica di Gabo. Dai suoi inizi come report, prima in patria e poi come corrispondente in Europa per El Expectador, il giornale per cui lavorava, al suo incontro con Fidel Castro, con cui nascerà un amicizia, molto chiacchierata, durata tutta la vita. E ancora: il suo giornalismo militante, il legame con gli altri intellettuali sudamericani, l’impegno politico in patria e nei vari stati dell’America Latina.
Spesso nel documentario ci sono spezzoni della testimonianza di Bill Clinton, grandissimo ammiratore di Marquez. L’ex presidente americano, infatti, lo invitò alla Casa Bianca, contraddicendo il divieto dell’embargo che aveva colpito anche lo scrittore considerato troppo schierato, troppo amico di Cuba e Fidel Castro.
Gabo. Il mondo di Garcia Marquez è un’opera molto interessante e avvincente, il tributo a uno scrittore amato e ammirato in tutto il mondo non solo per la sua arte ma anche per la sua personalità di uomo forte, vero e appassionato che sapeva entrare in modo indimenticabile nel cuore dei suoi lettori.
Foto | Fondazione Cineteca Italiana