
Dark Harlem, di Rudolph Fisher
Aspetti positivi
Aspetti negativi
«Dark Harlem» è un giallo di Rudolph Fisher, pubblicato per la prima volta nel 1932, considerato il primo poliziesco scritto da un autore afroamericano.
Rudolph Fisher, Dark Harlem
Avvertenza: nell’apprestarvi a leggere il giallo Dark Harlem, dovete fare due cose. La prima: leggere la nota al termine del romanzo. Non è sempre necessario farlo, ma, in questo caso specifico, conoscere il contesto, il periodo storico e alcune caratteristiche dell’autore aiuta a non perdersi alcuni dettagli e a comprenderne altri. La seconda: sempre in quest’ottica, ascoltare la colonna sonora di tutta la storia che stiamo per leggere ovvero il brano I’ll be glad when you’re dad, rascal you, nella più classica interpretazione di Louis Armstrong.
Dark Harlem
Come dice il titolo, siamo ad Harlem e a introdurci nei suoi misteri e nelle sue storie sono due personaggi che sembrano usciti da una delle opere di Shakespeare. Una sorta di duo comico: Bubber, scaltro, pieno di iniziativa, e Jinx suo allampanato compagno di disavventure, capro espiatorio. È Bubber ad attraversare al volo la strada, per correre dal dottor Archer e chiedere aiuto: Frimbo, il negromante da cui i due amici si sono recati, sta molto male. In realtà è morto e i personaggi che aspettavano di essere ricevuti da lui, più Bubber e Jinx e il dottore, si ritrovano al centro delle indagini, condotte dall’investigatore Perry Dart.
Una chicca
Dark Harlem è uno di quei libri che sembrano compagni di strada: ti diverte, ti appassiona, ti porta in luoghi e tempi lontani che altrimenti non avresti mai conosciuto. Per gli appassionati di gialli, poi, è un vero e proprio cult da non perdere. È quel che definireste una chicca.
Pubblicato nel 1932, presentava la varia umanità residente ad Harlem, progettato come quartiere residenziale dei bianchi e rapidamente svalutato nel 1905 a causa della speculazione edilizia. Gli afroamericani che raggiungono il quartiere, provengono da varie parti degli States e i loro avi da stati diversi dell’Africa. Hanno dunque accenti diversi (irriproducibili nella traduzione), diverse gradazioni della pelle e diversa cultura.
Il libro e il suo autore
Rudolph Fisher, medico promettente e scrittore di qualità, morto a soli trentasette anni, era un uomo dalle diverse passioni. Per dire, suo fu anche uno dei primi arrangiamenti di Ol’ man river. Il giallo gli permette non solo di giocare con le sue competenze scientifiche, ma di riflettere sull’essere umano e sulle reazioni che ha di fronte alla vita:
Ci eccitiamo per un’increspatura, ma non mostriamo alcuna curiosità per le correnti più profonde. I misteri più abissali riguardano quelle cose che accettiamo con tranquillità senza fare domande. Guardate. Voi siete quasi bianco. Io sono quasi nero. Scoprite perché e avrete risolto un mistero.
Le conversazioni tra i personaggi di Dark Harlem sono gustose, grazie anche alla precisa caratterizzazione di ognuno di loro, e offrono non pochi spunti di riflessione. Insomma: sarebbe una ghiotta occasione per un club del libro.
Sapete quel che mi ha detto una volta un tizio? Arrivai dietro di lui e gli chiesi perché stesse fissando nel suo microscopio con tanta insistenza… cosa sperava di trovare? Lui, senza sollevare lo sguardo, pronunciò una sola parola: «Dio».
Per quanto riguarda la plausibilità del giallo, nonostante io ami molto questo genere narrativo non sono un’esperta. Posso solo dire che mi ha divertito e che ho provato lo stesso grado di interesse e sorpresa sperimentato con Conan Doyle e Agatha Christie.