
Enciclica Laudato si’, Papa Francesco difensore del creato


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Aspetti positivi
Aspetti negativi
La lettera enciclica Laudato si’ del Santo Padre Francesco sulla cura della casa comune invita l’umanità a una conversione ecologica radicale.
È un invito a una conversione ecologica globale quello rivolto da Papa Francesco alla famiglia umana nella lettera enciclica Laudato si’ sulla cura della casa comune. Una riflessione profonda e ben argomentata che si snoda attraverso sei capitoli, senza trascurare nessun aspetto dell’impatto ambientale dell’uomo sul Pianeta. Il pontefice invita ad abbandonare un antropocentrismo sterile e deviato per tornare custodi del creato, come è nel disegno di Dio.
Da dominatore e sfruttatore selvaggio, l’uomo deve recuperare l’udito spirituale, ascoltando il profondo legame con la Natura e con tutti gli esseri viventi e adottando un senso di comunione francescano con le diverse forme di vita che popolano il mondo.
Papa Francesco ha scelto uno stile chiaro, diretto, coerente con la sua figura di guida spirituale vicina agli ultimi. Bergoglio chiama i problemi con il loro nome senza giri di parole, puntando il dito più volte contro le multinazionali che devastano i Paesi poveri, contro i governi che restano a guardare la devastazione e il degrado ambientale senza riuscire a trovare un accordo globale per la tutela del Pianeta. L’appello è rivolto anche ai singoli affinché non cedano alla tentazione di dominare il creato per nutrire bisogni artificiosi e innaturali.
Dall’inquinamento allo sfruttamento eccessivo delle risorse naturali; dalla deforestazione all’inequità sociale; dai cambiamenti climatici alle guerre fratricide, Papa Francesco intravede in tutti i mali che stanno distruggendo la bellezza e la vita un denominatore comune: l’errata convinzione dell’uomo di essere superiore alle altre creature viventi. Un’arroganza e una presunzione che hanno portato l’umanità ad assoggettare ogni elemento naturale a uno sfruttamento indiscriminato e indisciplinato per il soddisfacimento di bisogni effimeri e a breve termine.
Questo atteggiamento, secondo Papa Francesco, ha portato l’uomo a dimenticare di essere egli stesso una parte del creato soggetto a distruzione, una verità importante sancita dalle Sacre Scritture.
Più volte nel corso dell’enciclica Bergoglio insiste sul concetto di equità sociale. Ogni popolo ha diritto all’esistenza; a una fetta di terra da coltivare e custodire; all’acqua come diritto inalienabile. Le leggi attuali del mercato globale, a scapito del bene collettivo e degli emarginati, vanno riscritte per restituire dignità e giustizia alle popolazioni oppresse. Anelli deboli dell’unica famiglia umana, incapaci di difendersi dai danni causati dai cambiamenti climatici e dalle multinazionali che usano il loro territorio come discarica abusiva e terra da macello, senza contribuire alla ricchezza e al benessere delle comunità locali.
Da San Francesco a San Benedetto da Norcia; dagli antichi racconti biblici alle encicliche di San Giovanni Paolo II e Benedetto XVI, tanti sono i richiami nel testo alla custodia del creato come bene collettivo. L’uomo deve ritrovare il suo equilibrio spirituale e sociale nella gestione responsabile ed equa delle risorse naturali, nella costruzione di città in cui la bellezza e l’armonia dominino in tutti i quartieri, senza ghettizzazioni.
Per il pontefice, nella rivoluzione ecologica integrale, la scienza deve farsi strumento di creatività e benessere, senza dimenticare che il fine ultimo del progresso tecnologico è il miglioramento delle condizioni di vita dell’intera umanità, non di minoranze di privilegiati.
Un messaggio di speranza e due preghiere chiudono l’Enciclica Laudato si’
Malgrado la devastazione del Pianeta e il degrado morale procedano a ritmi veloci, Bergoglio confida nella capacità di ravvedimento dell’umanità, un processo che può essere altrettanto rapido:
Non tutto è perduto, perché gli esseri umani, capaci di degradarsi fino all’estremo, possono anche superarsi, ritornare a scegliere il bene e rigenerarsi, al di là di qualsiasi condizionamento psicologico e sociale che venga loro imposto. Sono capaci di guardare a sé stessi con onestà, di far emergere il proprio disgusto e di intraprendere nuove strade verso la vera libertà.
L’enciclica si chiude con due preghiere: la Preghiera per la nostra terra e la Preghiera cristiana con il creato, due testi che invitano a riscoprire lo stupore per il Creato, lodando e difendendo la bellezza e la pace sulla Terra e combattendo con ogni mezzo disuguaglianza, distruzione ed emarginazione.
O Dio dei poveri,
aiutaci a riscattare gli abbandonati
e i dimenticati di questa terra
che tanto valgono ai tuoi occhi.
Risana la nostra vita,
affinché proteggiamo il mondo e non lo deprediamo,
affinché seminiamo bellezza
e non inquinamento e distruzione.
Tocca i cuori
di quanti cercano solo vantaggi
a spese dei poveri e della terra.
Insegnaci a scoprire il valore di ogni cosa,
a contemplare con stupore,
a riconoscere che siamo profondamente uniti
con tutte le creature.