
Igiene dell’assassino, l’esordio sferzante di Amélie Nothomb
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Aspetti negativi
Leggi la recensione di Igiene dell’assassino romanzo, d’esordio di Amélie Nothomb e scopri la struttura inconsueta di questa storia bizzarra.
Amélie Nothomb, Igiene dell’assassino
Igiene dell’assassino è l’opera che segna l’esordio narrativo dell’autrice belga Amélie Nothomb. Primo di una lunga e fortunata serie, dal momento che la scrittrice, con implacabile puntualità, da allora sforna ogni anno un nuovo romanzo.
Pubblicato nel nostro Paese nel 1997 grazie alla casa editrice Voland, che ha avuto davvero un ottimo intuito nel diffondere le opere dell’autrice in Italia, il libro presenta una struttura a dir poco particolare.
Igiene dell’assassino: una storia bizzarra…
La trama ideata dalla Nothomb ha per protagonista l’orrido Prétextat Tach, premio Nobel per la letteratura e irriducibile misantropo. Al grande scrittore restano solo due mesi di vita e la stampa mondiale brama un’ultima, se possibile memorabile intervista con lo scrittore.
È così che un primo manipolo, composto da quattro giornalisti, si cimenterà nell’ardua impresa, per venire puntualmente sconfitto dal perfido autore. In un gioco tanto perverso quanto raffinato, il Grande Scrittore si farà beffe dei malcapitati e li distruggerà.
Il quinto giornalista invece, una donna, riuscirà a fronteggiare il mostruoso Tach, in un crescendo di tensione e scontri verbali che culmineranno in un bel colpo di scena finale.
… e una struttura inconsueta
Il libro Igiene dell’assassino è composto quasi per intero da dialoghi. La Nothomb riporta fedelmente le schermaglie verbali che si scatenano tra i giornalisti e il laido Prétextat Tach. Diciamo subito che forse è questa la parte meno riuscita dell’opera. Tende a essere un po’ noiosa e ripetitiva nella fissità della struttura a blocchi di dialoghi.
Più efficace il racconto dello scontro dialettico, quasi epico, tra la giornalista e Tach, grazie anche all’uso di interessanti flashback sul passato, torbido e misterioso del grande scrittore.
Un’opera un po’ acerba, ma apprezzabile
C’è da osservare che il personaggio della giornalista risulta alla fine solo abbozzato, poco definito. A volte inoltre si ha la sensazione che il romanzo sia appesantito dal troppo dialogo, che alla lunga stanca e sfocia nel puro virtuosismo verbale.
Igiene dell’assassino – romanzo di breve durata, caratteristica questa che sarà propria anche dei libri pubblicati in seguito dall’autrice – si fa comunque apprezzare per lo stile, feroce e sarcastico, l’atmosfera surreale e la qualità elevata della scrittura, che indubbiamente la Nothomb sa padroneggiare bene.
Dal libro al palcoscenico e al grande schermo
L’impianto teatrale del romanzo non poteva non ispirare adattamenti teatrali, realizzati nel corso degli anni anche nel nostro Paese.
Nel 1999 è uscito, poi, anche un film dal titolo omonimo, Hygiène de l’assassin, di François Ruggieri. Per la verità non è stata di una trasposizione memorabile, ma è cosa ben nota che il passaggio dal libro al film si rivela operazione tutt’altro che facile.