
«La morte nomade. Yeruldelgger 3», di Ian Manook


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Aspetti positivi
Aspetti negativi
Il terzo capitolo della serie del commissario Yeruldelgger, nato dalla penna di Ian Manook, ha per titolo «La morte nomade».
Ian Manook, La morte nomade. Yeruldelgger 3
Torna alla ribalta il commissario Yeruldelgger creato dallo scrittore Ian Manook. Dopo averci accompagnato per Ulan Bator e per le steppe con i romanzi Morte nella steppa e Tempi selvaggi, ne La morte nomade lo scenario descritto dallo scrittore si amplia. Dopo anni di lotta inutile contro la criminalità, l’incorruttibile commissario Yeruldelgger ha deciso di lasciare la polizia di Ulan Bator.
La morte nomade
Yeruldelgger è del tutto intenzionato a rendere permanente il suo ritiro dalle forze dell’ordine: ha, infatti, piantato la sua yurta nel deserto del Gobi, proprio per tornare alle tradizioni dei suoi avi. Tuttavia i suoi piani hanno breve durata. Suo malgrado, infatti, Yeruldelgger viene coinvolto da tre misteriosi cavalieri in un’avventura che promette di essere più sanguinosa delle precedenti.
Ormai la Mongolia dei nomadi e degli sciamani sembra aver venduto la sua anima al diavolo degli affaristi e delle multinazionali: è percorsa dalla corruzione ed è, ormai, rovinata. Un vento nero e selvaggio percorre questo romanzo giallo che ci condurrà dalle steppe a Manhattan, passando anche per il Canada e l’Australia.
Yeruldelgger 3, un ottimo giallo
Ottima anche la terza avventura di Yeruldelgger. Questa volta il nostro ex poliziotto ha tutte le intenzioni di purificarsi e di ritrovare la calma e la serenità perdute nella steppa, ma non c’è niente da fare: nel più puro stile Jessica Fletcher, sembra attirare i guai, anche quando non li cerca e quando ne vorrebbe stare fuori a tutti i costi. Lo ribadisce più volte: lui si è ritirato nella steppa, vuole solo partecipare alla gara di tiro con l’arco, ma i suoi propositi vanno tutti all’aria.
La morte nomade è un intrigo internazionale che si sviluppa su più piani, che coinvolge più nazioni e più servizi segreti, trova in Yeruldelgger il suo punto focale. Volente o nolente, l’ex poliziotto sarà trascinato in questa storia, da più parti oltretutto, in un gioco ad incastri letale. Tornano anche vecchie conoscenze che abbiamo imparato ad apprezzare nei romanzi precedenti e, purtroppo, devo dire che ci sarà un lutto illustre. Sembra che tutti quelli a cui Yeruldelgger tiene di più siano destinati a fare una brutta fine.
Ci sarà Yeruldelgger 4?
Non mancano le scene d’azione e la descrizione di nuovi riti e tradizioni mongole, punto forte di questi romanzi. E il finale: ci lascia con un cliffhanger notevole, non ci dà una risposta chiara e precisa. Proprio per questo motivo spero vivamente in un quarto romanzo.