
«La perdono, padre» di Daniel Pittet: la testimonianza di un grande dolore


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«La perdono, padre» è un libro-testimonianza di Daniel Pittet sulla pedofilia nella chiesa cattolica, con la prefazione di papa Francesco.
Daniel Pittet, La perdono, padre
Daniel Pittet, classe 1959, ex sacerdote oggi bibliotecario a Friburgo, città dove vive con la moglie e sei figli, da ragazzo ha subito violenza da un prete pedofilo. A distanza di oltre quarant’anni, Pittet ha preso una decisione coraggiosa, incontrare il suo violentatore per poi perdonarlo.
Nel 2015 Pittet ha incontrato Papa Francesco in Vaticano, in occasione dell’Anno della vita consacrata, e gli ha riferito la sua terribile vicenda. Il Pontefice è rimasto molto colpito e addolorato da quella storia e ha così deciso di scrivere la prefazione del libro dell’ex sacerdote, La perdono, padre, edito da Piemme.
Scrive Francesco: «Come può un prete, al servizio di Cristo e della sua Chiesa, arrivare a causare tanto male? Come può aver consacrato la sua vita per condurre i bambini a Dio, e finire invece per divorarli in quello che ho chiamato “un sacrificio diabolico”, che distrugge sia la vittima sia la vita della Chiesa?». E ancora: «(…) Per chi è stato vittima di un pedofilo è difficile raccontare quello che ha subito, descrivere i traumi che ancora persistono a distanza di anni. Sono felice che altri possano leggere oggi la sua testimonianza e scoprire a che punto il male può entrare nel cuore di un servitore della Chiesa».
Quella di Daniel Pittet oltre che una testimonianza diretta della dolorosissima esperienza patita, assume le caratteristiche di un’autobiografia, organizzata come si conviene in sequenza cronologica. Scritta in prima persona, è percorsa da una tensione sotterranea e da una generale, più che comprensibile, mestizia di fondo. Lo stile è lineare, la forma semplice e diretta, com’è lo stile di quest’uomo così segnato dalla vita.
Non provo né rispetto né compassione per il mio aguzzino. L’ho perdonato.
Oggi sono libero
Ma il libro La perdono, padre non manca di qualità letterarie, poiché la lettura scorre bene, a dispetto delle vicende rievocate dall’autore. Eppure quest’opera lascia il segno soprattutto in virtù del suo valore di testimonianza e di denuncia.
E lo stesso Papa Francesco, nel decidere di firmarne la prefazione con tanto di bolla pontificia, mostra di voler dare un calcio – passatemi l’espressione, che tuttavia credo non dispiacerebbe a Francesco – ai colpevoli silenzi e alle tante, vuote parole di circostanza pronunciate da settori della Chiesa purtroppo compiacenti, se non apertamente complici dell’orrendo crimine della pedofilia.