
Le mani della madre, di Massimo Recalcati
Aspetti positivi
Aspetti negativi
«Le mani della madre. Desiderio, fantasmi ed eredità del materno» è il titolo di un saggio di Massimo Recalcati sulla figura della madre.
Massimo Recalcati, Le mani della madre. Desiderio, fantasmi ed eredità del materno
Quando ho letto Cosa resta del padre, dello psicoanalista lacaniano Massimo Recalcati, saggio edito da Raffello Cortina, non immaginavo che il volume sarebbe stato, per me, il primo di una sorta di trilogia familiare, affrontata non da studiosa o specialista, ma da essere umano alle prese con importanti cambiamenti. A quella lettura, infatti, hanno fatto seguito Le mani della madre (2015) e Il segreto del figlio (2017), editi da Feltrinelli. In quanto mamma, dopo essermi avvicinata alla paternità, ero incuriosita dalla lettura lacaniana della figura materna e soprattutto dai riferimenti narrativi che Recalcati adopera.
Le mani della madre
Ricostruendo l’interpretazione del materno attraverso Spitz, Lacan, Freud, Winnicott, S. Vegetti Finzi, Gennie Lemoine e non solo, Recalcati smonta il luogo comune che crede nell’istinto materno. Ragiona sulla madre come specchio, affronta le nuove sfide della maternità, la narra con una prosa godibile e, benché rigorosa, affabulatoria. «Se la madre fosse sempre presente non esisterebbe spazio per nessun gioco. È l’uscita di scena della madre, il suo andare fuori di casa, che gli offre la possibilità di sperimentare un’assenza e la sua simbolizzazione». E ancora: «Le madri lo sanno: la nascita della vita è sempre accompagnata da fantasmi di morte; la generazione ospita in sé il pericolo sempre incombente della distruzione: Eros, direbbe Freud, è sempre impastato con Thanatos».
Nel saggio Le mani della madre, però, ci sono anche richiami a figure storiche di madri, comparse nella letteratura, nella Bibbia, nel cinema, tra cui: le due madri che si presentano davanti a Salomone reclamando lo stesso figlio; Medea che uccide i propri figli pur di vendicarsi del tradimento di Giasone; Sophie, la protagonista del film La scelta di Sophie, cui viene imposto da un gerarca nazista di scegliere tra i suoi due figli chi salvare. È qui che il lettore viene attratto e portato nel discorso, incuriosito e divertito da un materiale facilmente fruibile e probabilmente già conosciuto.
La madre e la famiglia
Sebbene questo saggio richieda delle competenze minime di base, si presenta comunque come una lettura piacevole e accessibile. Utile anche, insieme agli altri volumi, a un dialogo sulla coppia che si trasforma in famiglia. Viene infatti analizzato anche l’impatto della maternità nella relazione d’amore e come questa si incroci con la paternità:
Non casualmente le crisi di molte coppie sono segnate dall’avvento di un figlio. La nascita di un figlio può infatti rafforzare ma anche destabilizzare le coppie più solide: un uomo può faticare a riconoscere la donna che amava e desiderava sessualmente in quella che è divenuta la madre dei suoi figli e una dona può non riconoscere più nel padre dei suoi figli l’uomo che l’ha fatta innamorare.
Preziosi, infine, i riferimenti a pazienti con cui Recalcati è venuto in contatto, perché, per il lettore comune come la sottoscritta, scoprire che la fatica della maternità, le ansie, i timori, gli errori sono un patrimonio condiviso e non esclusivo, consentono un approccio costruttivo e meno punitivo alla propria storia (di madre, ma anche di figlia). Per comprendere le derive narcisistiche, per non diventare madri coccodrillo, per consegnare ai nostri figli il diritto a esistere e a noi stesse la possibilità di farci da parte, senza per questo considerarci finite, ma anzi, ritrovando il nostro più autentico valore:
Bisognerebbe non confondere la madre con il seno, non confondere la soddisfazione dei bisogni con il dono del segno d’amore, non confondere le sue cure con una tutela senza ossigeno. Bisognerebbe non pensare solo alla sua onnipotenza, ma anche alla sua mancanza. Bisognerebbe provare a essere giusti con la madre e riconoscere nelle sue mani un’ospitalità senza proprietà di cui la vita umana necessita.