
L’isola delle anime di Piergiorgio Pulixi: una storia nera
Aspetti positivi
Aspetti negativi
L’isola delle anime è un romanzo di Piergiorgio Pulixi pubblicato nella collana Nero Rizzoli: leggi la nostra recensione e scopri il mistero narrato.
Piergiorgio Pulixi, L’isola delle anime
Piergiorgio Pulixi offre ai lettori un nuovo romanzo, L’isola delle anime, edito da Rizzoli per la collana Nero. E nera è in effetti la storia, di certo apprezzata dagli appassionati di noir e polizieschi.
Una mescolanza di entrambi, un pizzico di thriller, una storia intricata, ma un nuovo ingrediente vi si aggiunge: suggestive descrizioni della Sardegna e del suo popolo.
L’isola è in questa storia teatro di tutto, al punto che troverete non solo le sue malie ma anche il passato che la rende ancor più affascinante. Miti, tradizioni antropologiche, cultura, qualche incursione nel dialetto/lingua, immagini da cartolina e profumi, arricchiscono la storia e della storia sono parte integrante.
Un team femminile
Personaggi principali, la cagliaritana Mara Rais e la milanese Eva Croce, ispettori di polizia con un passato complicato e totalmente diverse una dall’altra. Entrano a far parte di uno stesso team che si occupa, a Cagliari, di delitti irrisolti, ma almeno inizialmente non hanno idea di quanto il loro nuovo incarico le spingerà a fondo tra le sabbie mobili di debolezze, segreti, e luoghi ancora selvaggi.
Tante storie in una
Ruotano attorno alle due donne, personaggi ambigui, diffidenze, silenzi, una famiglia dell’entroterra che tanto ha da nascondere; la storia non è mai una – quella che Pulixi racconta – ma tante di più, affrontate scavando nella psicologia di chi le vive o le subisce.
Anche i delitti insoluti sono più d’uno, e sembrano collegarsi addirittura a luoghi in cui svettano i nuraghi, apparentemente placidi ma spettatori di riti ancora oggetto di studio.
L’isola delle anime: un libro per gli estimatori del genere
Pulixi sa ben descrivere le atmosfere dell’isola, regalando aspetti naturali del territorio ma anche psicologici dei suoi abitanti, offrendo la soluzione al mistero soltanto alla fine. Dunque di certo soddisferà gli estimatori del genere.
Chi non lo è forse potrà al contrario considerare cliché alcune caratteristiche presenti in storie legate all’investigazione; inoltre abbiamo già notato la predilezione dell’autore per personaggi femminili piuttosto rudi, a volte sboccati e un po’ aggressivi nei modi, che potrebbero non far provare empatia nel lettore e che a tratti appaiono un po’ forzati.
Temere i vivi più dei morti
L’isola delle anime è – nel complesso – una narrazione curata, scorrevole, con un ritmo che non conosce fasi di stanca. Apprezzabili le incursioni ben affrontate in campo di usanze, antiche simbologie, feste pagane, divinità e popolazioni nuragiche. L’antica civiltà sarda, è qui ambientazione fondamentale.
“Non temere i morti, ma temi i vivi”, recita il claim del romanzo. Perché lo spirito malvagio – aggiungiamo noi – alberga fin troppo spesso in chi ancora è di questo mondo.