
Ognuno potrebbe, di Michele Serra
Aspetti positivi
Aspetti negativi
“Ognuno potrebbe” è il titolo del romanzo di Michele Serra pubblicato da Feltrinelli, ambientato a Capannonia, un non-luogo comune a buona parte dell’Italia.
Ognuno potrebbe è il titolo del romanzo di Michele Serra, edito da Feltrinelli. «Ognuno potrebbe salvare il posto dove vive – leggiamo a pagina 120 – O perlomeno ha il diritto di vivere per un istante – anche un solo istante, come capita a me questa mattina – pensando che sarebbe capace di farlo». Il romanzo di Michele Serra è una lunga riflessione sui cambiamenti di questi decenni, sia sui luoghi (o “non luoghi” per citare il romanzo) sia sulle persone. Una riflessione in forma di romanzo su Capannonia, questo luogo non ben preciso del nord in cui ormai non c’è più anima nei centri abitati che si riducono soltanto a capannoni di lavoro o per dormine, ma anche la Capannonia individuale che porta le persone a vivere con lo sguardo fisso sugli smartphone (che Serra chiama egòfono, con un accento sull’io che è tanto importante in tutto il testo) e non sul volto di chi sta loro dinanzi, o che li fa esultare per questioni futili o, ancora, che li porta a vedere complotti dappertutto. Serra cede un po’ a qualche luogo comune – come quello sul proliferare delle rotonde, per esempio, o, per rimanere in tema di auto, sulla sensualità della voce dei navigatori satellitari – ma racconta, con forza e molta disillusione, quello che siamo diventati noi italiani in genere e quelli del “profondo nord” in particolare.
Per contrasto, assume un ruolo centrale la figura del cinghiale – che troviamo anche in copertina con un disegno di Gipi: in Ognuno dovrebbe il cinghiale compare tre volte. La prima volta è morto, poi vivo che scappa verso la libertà e infine in sogno. Dinanzi al cinghiale che appare all’improvviso (e la prima volta crea non poca confusione, facendo sbagliare strada alle persone che imboccano un’uscita diversa di una rotatoria) si è costretti a fermarsi e a porsi delle domande: forse non si ha voglia di ascoltare risposte, perché ognuno rimane della propria idea, ma quest’elemento di disturbo in un non-luogo tutto uguale, sempre uguale, potrebbe portare a novità. Se si volesse salvare il posto in cui si vive.
La lettura di Ognuno potrebbe è gradevole e la storia raccontata è piacevole (in sintesi, un ricercatore trentaseienne precario che porta avanti un lavoro di ricerca, destreggiandosi tra la vita con la sua compagna e la gestione dell’eredità paterna) e potrebbe essere comune a molte persone, anche se forse è un po’ troppo definita geograficamente.