
Solo il mare intorno, di Danilo Arona, Angelo Marenzana e Luigi Milani
Aspetti positivi
Aspetti negativi
Solo il mare intorno è un’antologia di Nero Press che raccoglie tre racconti lunghi di Danilo Arona, Angelo Marenzana e Luigi Milani.
Danilo Arona, Angelo Marenzana, Luigi Milani, Solo il mare intorno
L’isola è il luogo della separazione per antonomasia, ma anche il luogo dell’incontro con se stessi; un posto idealmente lontano da tutto e da tutti, ma di fatto raggiungibile. Trovandosi al di là del mare è anche il luogo della morte, come molte tradizioni indoeuropee sottolineano. L’isola è al centro della raccolta Solo il mare intorno che contiene tre racconti lunghi (già pubblicati indipendentemente come eBook) di Danilo Arona, Angelo Marenzana e Luigi Milani, in libreria per Nero Press edizioni. Tutto ruota intorno alla figura simbolica dell’isola, in questo libro. Ma si tratta di un’isola che di fatto non c’è: il titolo, infatti, si concentra sul mare che avvolge le isole e così è l’assenza a parlare e a imporsi.
Tre racconti diversi tra di loro, come diversi sono gli autori, ma uniti tra loro da un tema comune: «tre isole dell’orrore – per usare le parole di Giulio Leoni nella prefazione – che però non si ergono in un oceano vuoto. Ma anzi si inseriscono in un arcipelago di parole che riconduce alla migliore tradizione narrativa della contemporaneità».
Potremo indicare ognuna delle tre isole raccontate in Solo il mare intorno, attraverso tre immagini: partire dall’isola, stare su un’isola e andare verso una di esse.
Croatoan Sound, di Danilo Arona, è l’isola da cui si parte, o meglio l’isola da cui il male parte: basato su dati storici – l’isola di Croatoan, oggi Hatteras, è il secondo insediamento inglese nel “nuovo mondo” dopo San Giovanni di Terranova – il racconto prova a indagare nei sostrati culturali di ogni popoli, con le tradizioni ancestrali che restano vive e ben radicate anche dopo secoli di colonizzazione; magari mascherate, ma presenti.
Angelo Marenzana ambienta la sua storia su Piedra Colorada un’isola che nel corso del tempo ha immagazzinato tanto di quel karma negativo (era sede di un penitenziario) che alla fine deve pur succedere qualcosa di tremendo. È, questa, l’isola in cui si sta.
L’isola senza morte di Luigi Milani è un testo che potremo ascrivere alla cosiddetta ucronia musicale, quel genere letterario che si sofferma sulle star della musica morte troppo giovani e che per qualcuno forse sono ancora vive e magari vivono su un’isola sperduta, appunto. Un’isola verso cui si va che, però, non è poi così paradisiaca come si potrebbe pensare.
Solo il mare intorno è «un affresco del male e dell’orrore», sempre per citare Leoni, che, se siete amanti del genere, vi piacerà.