
Unastoria, il capolavoro di Gipi
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Unastoria di Gipi, in concorso al Premio Strega 2014, è da molti considerato il suo capolavoro: e forse, per una volta, il termine non è usato a sproposito.
Unastoria è da molti considerato il capolavoro di Gipi, alias Gianni Pacinotti, e forse, per una volta, il termine non è usato a sproposito. La graphic novel Unastoria – il titolo è scritto proprio così, e non senza motivo, a voler indicare l’unità dell’opera, a dispetto della sua apparente frammentarietà – spicca davvero nel sonnolento e agonizzante panorama fumettistico italiano.
La storia è giocata su più livelli: da un lato si descrive la vicenda del protagonista vero e proprio, lo scrittore di successo Silvano Landi, del quale si racconta lo stato di sgretolamento interiore. L’autore ha perso il contatto con la realtà, e avverte tutta la vacuità di una vita che gli sembra insensata. Gipi mostra al lettore tutto questo in una prima parte volutamente confusa e ostica, che trasmette angoscia e confusione, quelle stesse sensazioni che affliggono l’animo dello scrittore.
Il passaggio dal colore degli acquerelli al bianco e nero scarnificato del presente è uno schiaffo in faccia al lettore, che trasale e prova lo stesso senso di smarrimento e straniamento del protagonista. L’alternanza di colore e bianco e nero sferza il lettore con grande efficacia. Come avrete intuito, Unastoria non è affatto una lettura facile, e può perfino suscitare una certa difficoltà nel lettore, al quale è richiesto un impegno non indifferente nell’affrontare la lettura di queste pagine. Ma ne vale la pena, credetemi.
Il tratto, graffiante e minimalista nelle parti a china, può ricordare i grandi Guido Crepax e Hugo Pratt, mentre nelle parti pittoriche diventa impressionista, quasi classicheggiante, salvo smentirsi magari nelle pagine immediatamente seguenti, contraddistinte da un tratto nervoso e ultra minimalista, che, quando pure ricorre all’ausilio del colore, mi ha fatto pensare a un altro grande illustratore, Bill Sienkiewicz.
A un livello si direbbe più alto rispetto agli affanni dello scrittore in crisi dei giorni nostri, viene narrato con tratti molto poetici e ispirati un momento tragico della vita di un avo dello scrittore, Mauro, combattente in una trincea della Prima Guerra Mondiale. I due Landi vivono entrambi, in due epoche diverse, lo scoramento della disperazione più nera, alle prese con le proprie miserie umane e con quella che appare come la suprema insensatezza dell’umana Storia.
Beninteso, non c’è solo negatività in Unastoria. Nelle ultime, riuscitissime pagine, si intravvede infatti una possibilità di riscatto o almeno di sollievo per il, anzi, i protagonisti.
Tra l’altro, il volume, già premiato da un vasto successo di pubblico, oltre che di critica, compare nell’ambitissima lista dei dodici candidati al Premio Strega 2014. È la prima volta che un’opera a fumetti, sia pure un “romanzo a fumetti”, è in lizza per aggiudicarsi il premio letterario più importante, almeno per quella parte del nostro Paese che si ostina con caparbietà a occuparsi di cultura e soprattutto a leggere, cari amici.