
Irvine Welsh, i segreti erotici degli chef e la birra Punk Ipa
Aspetti positivi
Aspetti negativi
Letture estive e rinfrescanti: accompagnare la lettura de “I segreti erotici dei grandi chef” di Irvine Welsh con la birra Punk Ipa del birrificio Brewdog.
Irvine Welsh – noto ai più per essere l’autore di Trainspotting, dal cui romanzo è stato tratto il film – è uno scrittore contemporaneo molto apprezzato. Il suo stile è crudo, attuale e reale anche perché si ispira ai luoghi e alle persone che effettivamente conosce. Da piccolo abitava nelle case popolari di Edimburgo, ha sperimentato varie droghe e frequentato persone del ceto meno abbiente: per questo i suoi dialoghi e i suoi romanzi raccontano di lavoratori, con i loro vizi così come sono, senza abbellirli o renderli grotteschi, ma descrivendoli in modo preciso e vivido.
E anche ne I segreti erotici dei grandi chef (il cui titolo originale è The Bedroom Secrets of the Master Chefs) Irvine Welsh descrive le vite di due personaggi che non potrebbero essere più diversi: Danny Skinner, giovane ispettore comunale dell’igiene nei ristoranti che beve come una spugna e si diverte con gli amici e le ragazze, e Brian Kibby, collega morigerato, astemio e religioso. La storia si svolge per lo più a Edimburgo, con una parentesi a San Francisco. Le vite dei giovani colleghi si intrecciano e si rincorrono, odiandosi fino a un epilogo eccezionale che vede il timorato di Dio che ha la meglio sul suo collega, bello e sfacciato con le donne. Un crescendo originale, quasi un po’ alla Dorian Gray, dal finale sorprendente.
Alla lettura di questo romanzo abbino la birra Punk Ipa del birrificio Brewdog.
Birra Punk Ipa del birrificio Brewdog
Esaminiamo ora le motivazioni che mi hanno portato a scegliere questa birra in abbinamento al testo di Irvine Welsh. Innanzitutto Danny beve molte birre, chiare, e leggendo il libro mi ha fatto venire voglia di una bionda dissetante. Abbiamo detto che ci troviamo a Edimburgo, in Scozia, dove viene prodotta questa eccellente Indian Pale Ale. E poi c’è la punk, termine chiave del libro, rivelatrice se vogliamo (leggendo capirete il perché: intanto vi basti sapere che la madre del nostro bevitore era una punk). Inoltre, il birrificio è stato fondato nel 2006, stesso anno di uscita di questo libro.
L’Indian Pale Ale è una tipologia di birra che utilizza più luppolo del normale: le origini sono da ricercare nel fatto che il luppolo serviva da conservante per trasportare le birre britanniche presso le colonie. Al pari dei vini fortificati (come, per esempio, il marsala), anche le birre dovevano subire una forzatura della ricetta – sia in alcol che in luppolo – per poter far loro affrontare un lungo viaggio in nave.
Come è noto, per fare la birra occorrono acqua pura, malto d’orzo e luppolo: per questa birra se ne usano quattro differenti, vale a dire Chinook, Simcoe, Ahtanum, Nelson Sauvin.
Tenore alcolico inizialmente di 6 ora invece è di 5,6. Il colore è biondo scuro, con una schiuma persistente e compatta. Al naso e in bocca si avvertono note fruttate di ananas, pompelmo, lime, kiwi e mango, con una sfumatura di miele. L’amaricante è persistente e lungo, con varie sfumature. Questa birra risulta molto profumata e gentile al naso, mentre all’assaggio è più incisiva, grazie all’impiego di differenti luppoli. Assolutamente dissetante e non eccessivamente alcolica è perfetta per questo libro e questa estate.