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Oggi Arthur C. Clarke avrebbe completato «100 orbite intorno al sole»

Disse proprio così, quel 16 dicembre 2007 in cui spense novanta candeline: «Ho completato novanta orbite intorno al sole». Arthur C. Clarke, non solo uno scrittore, ma quasi uno scienziato, primo fra tutti a ipotizzare l’uso dei satelliti intorno alla Terra per le telecomunicazioni, intuizione che gli valse il battesimo dell’orbita geostazionaria del nostro pianeta con il suo nome, orbita Clarke o fascia di Clarke. In seguito si chiamerà Clarke anche l’asteroide 4923 scoperto nella fascia centrale nel 1981.

Eppure lui, nato in Inghilterra con la passione della fantascienza, non era riuscito a studiare durante la guerra e se ne andò a fare il revisore di conti. Nel corso del secondo conflitto mondiale entrò nella Raf come esperto di radar e fu qui che iniziò a scrivere e vendere i suoi racconti a riviste del settore. Quando decise che nel suo futuro c’era solo la scrittura, si trasferì nello Sri Lanka, dove affiancò alla sua passione per lo spazio quella per gli abissi, contribuendo non poco a sviluppare il turismo subacqueo dell’isola. Morì qui nel 2008.

Arthur C. Clarke: i libri e la fantascienza hard

Più che alla comunità scientifica, però, Clarke dette importantissimi contributi alla comunità fantascientifica, fondando un sottogenere di questa grande famiglia letteraria, la fantascienza «hard», ossia quella più solidamente ancorata ai fondamenti scientifici, quella più verosimile che ha plasmato la fantasia dei nostri genitori, cresciuti con le indimenticabili serie di Urania delle cui pagine Clarke era sovrano assoluto.

La sentinella

Nel 1968 il felice matrimonio artistico con Stanley Kubrick catapulta Arthur C. Clarke dalla letteratura di nicchia all’Olimpo dei grandi scrittori. Insieme, infatti, realizzano quel capolavoro di sceneggiatura e film che è 2001 Odissea nello spazio, il cui racconto che gli fa da padre è La sentinella. Il fulcro della narrazione è il rapporto tra l’uomo e l’universo, senza dimenticare l’elemento del trascendente rappresentato dal monolito nero che attraversa indenne milioni di anni.

Dopo il prologo che vede il branco di ominidi del capo Guarda-la-Luna primeggiare sul branco rivale degli Altri guidati da Un-orecchio grazie agli insegnamenti telepatici del monolito nero che impedisce al loro gruppo di estinguersi, l’azione viene spostata all’oggi. Il monolito viene ritrovato sepolto per millenni sotto un cratere lunare, ma i suoi misteriosi raggi continuano a essere irradiati verso una delle lune di Saturno, così viene organizzata una missione segreta verso quel pianeta. A bordo dell’astronave, a intraprendere un viaggio di undici mesi, ci sono il capitano Bowman, una serie di scienziati ibernati che verranno svegliati solo all’arrivo, e il potente computer Hal 9000, forse uno dei più bei personaggi informatici dalle reazioni umanizzate che siano mai stati scritti, anche se in questo caso i sentimenti e le azioni umane che il cervellone sceglie di imitare sono tra le peggiori, come l’omicidio!

La città e le stelle

Evito di fare spoiler a quei pochissimi che ancora non hanno né visto né letto cotanto capolavoro e passo a un’altra opera di Clarke che amo particolarmente: La città e le stelle, romanzo edito nel 1956 che è praticamente una vera e propria riscrittura della sua prima fatica, Against the fall of night, scritta nel 1948.

Ci troviamo miliardi di anni avanti nel futuro; la Terra è semidistrutta e l’umanità quasi estinta, l’unica città che sopravvive come un sistema chiuso e autosufficiente è Diaspar, ma tutto, qui, è in mano alle macchine. Le persone, addirittura, lo sono: i computer fabbricano i corpi da far abitare alle menti, ma non tutte le menti sono attive allo stesso momento; alcune «riposano» negli archivi in attesa di essere destinate a un nuovo corpo. In pratica ogni uomo ha vissuto più vite, tranne il protagonista della storia, Alvin che è un «unico». Solo lui, infatti, tra tutti gli abitanti di Diaspar, non è convinto che non ci sia nulla oltre quelle mura e ha un desiderio disperato di provare a partire… Scoprirà, così, che fuori esiste anche un’altra città, Lys, dove conoscerà il giovane Hilvar con il quale compirà un importantissimo viaggio…

Il dovere dello scrittore di fantascienza

Oltre all’indiscusso fascino letterario, tutte le opere di Clarke posseggono quell’inconfondibile rigore scientifico che ha contribuito a conferire all’autore il titolo di scienziato-scrittore, un «unico» pure lui come tanti suoi personaggi. Impossibile non ritrovarsi nelle avventure uscite dalla sua penna e nei suoi protagonisti, perché ognuna delle sue storie è la storia di ogni uomo, ogni domanda la domanda di tutti, ogni indagine rispecchia la sete di sapere che ognuno ha dentro di sé.

Nessun dramma umano, dunque, nelle sue pagine, ma solo il positivismo della scienza e quello dell’uomo di scienza che usa al meglio le sue macchine e in esse ripone fiducia… anche se ogni tanto può esserne tradito…ma anche quando questo accade, non si tratta del destino di un singolo, ma del destino dell’intera umanità, perché gli uomini non si dividono più in buoni o cattivi: nei suoi romanzi l’umanità è unita contro un unico grande «cattivo», il cosmo o la furia cieca della natura, che diventa tale quando l’uomo non sa rispettarla né comprenderla. Grazie ad Arthur C. Clarke, voce ineguagliata che ha provato a insegnarcelo.

«Lo scrittore ha il dovere di separare, nelle sue opere, ciò che è reale da ciò che è frutto di fantasia. Lo scrittore di fantascienza ha questo stesso dovere, elevato al quadrato».

Di Mamyjomarash (Fotografia autoprodotta) [GFDL o CC BY-SA 4.0-3.0-2.5-2.0-1.0], attraverso Wikimedia Commons

Categoria: Un autore
Roberta Barbi: Roberta Barbi è nata e vive a Roma da 40 anni; da qualche anno in meno assieme al marito Paolo e ai figli, ancora piccoli, Irene e Stefano. Laureata in comunicazione e giornalista professionista appassionata di cucina, fotografia e viaggi, si è ritrovata da un po’ a lavorare per i media vaticani: attualmente è autrice e conduttrice de “I Cellanti”, un programma di approfondimento sul mondo del carcere in onda su Radio Vaticana Italia. Nel tempo libero (pochissimo) si diletta a scrivere racconti e si dedica alla lettura, al canto e al cake design; sempre più raramente allo shopping, ormai rigorosamente on line.

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