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Sara Teasdale, poetessa dal verso immacolato

Il mio primo ravvicinato incontro con Sara Teasdale (1884-1933) si perde ormai nella notte dei tempi, quando ogni nuovo nome sembrava accendere in me, ancora adolescente, una piccola luce, risvegliare, tra una suggestione e l’altra, argentini trilli di curiosità. Con gli anni, a pezzi e bocconi, la vita della poetessa di Saint Louis prese poi lentamente forma, rivelandomi amori struggenti e solitudini profonde.

Chi è stata Sara Teasdale

Cresciuta in un ambiente ovattato, protetta dalla madre che ne tutelava amorevolmente la cagionevolissima salute, Sara Teasdale rivelò ancora bambina un talento immacolato per la versificazione, per una poesia senza sbavature e il tono impeccabilmente controllato. Punti fermi di un’arte che nel 1918 sarebbe stata suggellata da un premio Pulitzer, il primo della storia.

Il suo esordio ufficiale tuttavia era avvenuto nel 1907 con Sonetti ed altre poesie, una raccolta dedicata alla nostra Eleonora Duse. L’attrice, vista a teatro, aveva suscitato nella giovane e impressionabile Sara un’ammirazione senza confini. Un sentimento che era poi sfociato quasi nell’idolatria.

Viaggi, qualche amore intenso e rabbrividito di malinconia (come quello per il collega Vachel Lindsay) e infine il matrimonio con un ricco uomo d’affari, innamorato della sua poesia, che la lasciò presto delusa: questa a grandi linee la vita della poetessa di Saint Louis. Una vita segnata da un desiderio febbrile per l’esistenza, da un sogno d’amore che la nutriva e in tutta probabilità la spaventava. Il suicidio nel 1933 in una New York grigia e raggelata non giunse forse del tutto inaspettato.

Una poesia di Sara Teasdale

Per concludere degnamente, eccovi una delle sue poesie più celebri ed intense: Verranno le dolci piogge. Per chi vorrebbe poi approfondire la conoscenza di Sara Teasdale consigliamo certamente la lettura de Gli amorosi incanti, una raccolta poetica pubblicata in Italia da Crocetti nel 2010 con la traduzione di Silvio Raffo.

Verranno le dolci piogge e l’odore di terra,
e le rondini che volano in circolo con le loro strida scintillanti;
e le rane negli stagni che cantano di notte,
e gli alberi di susino selvatico che fremono di bianco;
i pettirosso vestiranno il loro piumaggio infuocato,
fischiettando le loro fantasie su una bassa recinzione in rete metallica;
e nessuno saprà della guerra,
nessuno presterà attenzione infine quando sarà avvenuto;
nessuno baderebbe,
né uccello né albero,
se l’umanità scomparisse completamente;
e la Primavera stessa, al suo risveglio all’alba,
si renderebbe conto appena che noi ce ne siamo andati.

Foto | WikiCommons

Giorgio Podestà: Nato in Emilia si occupa di moda, traduzioni e interpretariato. Dopo la laurea in Lettere Moderne e un diploma presso un famoso istituto di moda e design, ha intrapreso la carriera di fashion blogger, interprete simultaneo e traduttore (tra gli scrittori tradotti in lingua inglese anche il premio Strega Ferdinando Camon).

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